Il Made in Italy è sinonimo di sicurezza e qualità in tutto il mondo e la pelletteria è uno dei settori in cui eccelle maggiormente. Borse, valigie, guanti e accessori in cuoio sono sinonimo di tradizione ed esclusività della nostra industria manifatturiera.
L’Italia è leader non solo nella produzione del pellame, ma anche nella realizzazione di prodotti finali di alto pregio.
Come è nato il settore della pelletteria
Fin dalla preistoria l’uomo ha utilizzato le pelli degli animali cacciati per coprirsi, ma data la natura biologica del mezzo esso tendeva a decomporsi e marcire in breve tempo. Prima con l’essiccazione e in seguito con dei veri e propri processi chimici nati dalla ripetizione e dalla sperimentazione, nacque il processo di concia che si è sviluppato fino ad oggi con l’introduzione di metodi più sicuri e sofisticati.
I primi passi verso lo sviluppo di un processo chimico-fisico che migliorasse la qualità, la durata e la resistenza della pelle avvennero quasi per caso, notando come essiccazione e affumicatura allungavano la durata della pelle subito dopo averla rimossa dall’animale.
Visto che a seguito di ciò essa rimaneva dura e secca, pensarono di aggiungere dei grassi di origine animale e vegetale per ammorbidirla e renderla modellabile.
La ricerca di metodi sempre più efficaci per combatterne la putrefazione portò a sviluppare il primo metodo vero e proprio di concia al vegetale, che consisteva nell’immergere le pelli in delle grandi vasche piene di acqua, corteccia, foglie, bacche. Le prime fonti scritte riguardo questi metodi di concia risalgono al tredicesimo secolo avanti Cristo e, nonostante ci furono degli sviluppi nelle tecniche utilizzate, artigiani e pellai continuarono ad utilizzare metodi molto simili fino alla fine del diciannovesimo secolo, lavorando in piccole botteghe con un procedimento perlopiù artigianale.
La nascita della concia al cromo, il cui brevetto risale al 1910, fu un importante spartiacque, portando la produzione ad un livello industriale. L’utilizzo del cromo trivalente consente di effettuare lo stesso processo per qualsiasi tipo di pellame, automatizzando di fatto tutti i procedimenti.
Attualmente tutto il trattamento del cuoio viene svolto all’interno di grandi aziende che possono sostenere i costi per la realizzazione dei complessi passaggi che lo compongono, ma mantenendo i prezzi più bassi possibile.
In Italia le concerie si distribuiscono in distretti industriali, tra cui spiccano il Distretto del Cuoio di Santa Croce sull’Arno, il Distretto della pelle in Veneto, il Distretto campano e quello lombardo. L’industria conciaria esporta il 73% della sua produzione all’estero e, qualitativamente parlando, è valutata come la più valida al mondo.
La pelletteria in Italia
Negli anni l’Italia ha sempre mantenuto lo status come miglior produttore di prodotti relativi alla lavorazione della pelle. Che si tratti della materia prima o del prodotto finito, la tradizione conciaria e manifatturiera del nostro paese non ha eguali in questo settore.
Inizialmente si utilizzavano indumenti ed accessori in pelle come unica fonte di protezione contro il freddo, ma nel tempo, data la natura resistente e comoda, il cuoio venne impiegato anche in ambito militare per la realizzazione di armature.
Attorno al dodicesimo secolo la produzione divenne tale da consentire la realizzazione di abbigliamento pregiato, che scatenò una grande richiesta da parte delle classi sociali più alte. Le nuove rotte commerciali portarono alla diffusione del sapere tra diverse culture e la concia divenne via via più efficace e diversificata. Già nel 1200 a Firenze venne istituita la Corporazione di Cuoiai e Galinai, che oltre a riunire tutti gli artigiani che si occupavano della trasformazione della pelle, obbligava a sottostare a dei regimi tali da garantire una qualità produttiva eccelsa.
Da elemento dedicato solo agli strati sociali più elevati, già nel sedicesimo secolo divenne un materiale di uso comune per la realizzazione di accessori. In poco tempo la comodità e la praticità lasciarono poi il posto al lusso e all’eleganza, unendo all’uso comune la ricerca della bellezza estetica.
Il termine pelletteria nacque nel 1835 a seguito della realizzazione del primo portafoglio e da qui l’industria iniziò la sua espansione vera e propria. Firenze, il più grande distretto italiano, così come tutta la zona attraversata dall’Arno, ebbe la possibilità di svilupparsi sino ai livelli attuali proprio grazie alla presenza delle acque fluviali. Infine nel ventesimo secolo si arrivò a ciò che è ora il settore manifatturiero del cuoio, con lo sviluppo delle ultime tecnologie e la creazione dei vari distretti che caratterizzano la produzione industriale italiana.
La presenza di questi grandi centri produttivi, unita alla sapienza di artigiani e stilisti, ha fatto della pelletteria uno dei settori più apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. I suoi millenni di storia e sviluppo hanno portato il trattamento degli scarti derivanti dall’allevamento a diventare una vera e propria forma d’arte che da lavoro a 1200 aziende e rappresenta circa il 22% della produzione conciaria mondiale.
Gli artigiani che ogni giorno lavorano la pelle, per realizzare dei prodotti finali dalla qualità altissima, sono tra i principali responsabili del grande successo che la manifattura italiana ha in tutto il mondo. Le sapienti lavorazioni e la grande cura per i dettagli impiegata dai nostri professionisti è motivo di vanto e segno di riconoscimento nei confronti una tradizione sempre alla ricerca dell’eccellenza.