La pelletteria toscana
Pelletteria e Toscana sono legate da anni di esperienze e competenze maturate e tramandate di mano in mano. L’artigianato della pelle ha avuto una lenta e capillare espansione in tutta la regione.
Ma l’arte toscana della lavorazione del pellame ha origini molto antiche. Andiamo insieme a scoprire come è nata la pelletteria fiorentina e perché si è sviluppata proprio in questa zona chiama il distretto della cuoio.
Dal Medioevo ai giorni nostri
Nel Medioevo si poteva sentire odore di pelle lungo tutta la riva del fiume Arno, a partire da Firenze fino ad arrivare a Pisa.
Le operazione di concia della pelle erano conosciute in Toscana dai tempi degli Etruschi, ma la spinta vera e propria a questo settore avverrà al tempo del Medioevo, grazie soprattutto alle influenze della Repubblica pisana, (allora una delle quattro repubbliche marinare).
L’arte della lavorazione del pellame trovò infatti la sua più grande espansione a Pisa, nel 1200. Perchè? Perchè Pisa era a quei tempi una città estremamente ricca di materie prime, soprattutto a causa delle abilità dei mercanti pisani che grazie al porto erano costantemente in contatto con Spagna, Sicilia e Sardegna.
Da Pisa a Firenze. In seguito alla conquista di Pisa intorno al 1400 da parte del granducato fiorentino, le famiglie ricche gigliate capirono che il pellame era un settore che avrebbe potuto rendere molto. Per questo motivo i nobili fiorentini decisero di investire nelle industrie di pellami pisane, muovendole anche fisicamente dalla repubblica marinara a Firenze.
La pelle a Firenze
La produzione, concia e lavorazione dei pellami a Firenze avveniva principalmente in una zona specifica della città, cioè nei piccoli vicoli che univano Piazza della Signoria e Piazza Santa Croce. Non è un caso infatti che in quella zona siano presenti vie dai nomi curiosi come ad esempio Via dei conciatori, o Via della Concia, in memoria appunto delle botteghe legate alla lavorazione dei pellami che si trovavano lì durante il Medioevo.
Piano piano è andata sviluppandosi una zona piuttosto ampia all’interno della quale appunto si trovavano gli artigiani specializzati nella lavorazione dei pellami. Questa area comprendeva Santa Croce, Fucecchio e Ponte a Egola. Questa zona è con il tempo diventa particolarmente importante in quanto si trova vicino al fiume Arno, il che significa, qualità delle acque utilizzate per la lavorazione e produzione della materia prima, e semplicità nel trasporto dei materiali.
L’industria del pellame ha rappresentato uno dei pochi settori in grado di rimanere in piedi in seguito alla grave crisi che avvenne nel 1600.
La pelle oggi
Al giorno d’oggi il pellame continua ad essere un campo molto fruttifero per la Toscana. Sia per l’altissima qualità dei materiali impiegati, sia per le elevate capacità manifatturiere degli artigiani toscani capaci di realizzare vere e proprie opere d’arte con le loro mani esperte.
Il distretto del cuoio toscano influisce del 28% sul totale della lavorazione della pelle italiana.
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