14
Giugno
2021

Storia e sviluppo del marsupio, un accessorio sempre di moda.

 

Amato, odiato, sorpassato e poi risorto. Il marsupio è uno di quegli accessori che maggiormente fa parlare di sè in quanto divide nettamente la sua platea. C’è, infatti, chi lo trova indispensabile e decisamente cool e chi, al contrario, lo detesta considerandolo scomodo ed esteticamente non piacevole. Questa borsa dal nome curioso, però, ha una storia di tutto rispetto e la sua origine è da rintracciarsi nell’era primitiva quando i nostri antenati, prima di partire per la caccia, chiedevano alle proprie signore di applicare delle tasche alle proprie cinture. L’obiettivo non era certo quello di essere alla moda ma semplicemente di poter trasportare con maggiore semplicità tutti gli utensili, come coltelli, bastoni o lame, che sarebbero potuti occorrere per cacciare gli animali.

Le origini del marsupio

Ma da dove nasce il nome marsupio? Il marsupio, per antonomasia, è la sacca del canguro, un vero e proprio contenitore che in natura serve ai marsupiali per inserire e portare con sé la propria prole.

Insomma, il marsupio dei canguri potrebbe essere definito, senza alcuna difficoltà, la prima forma di borsa esistita nel mondo e l’unica che esiste in natura. Facendo un passo avanti, notiamo che il marsupio era presente anche tra i Nativi Americani che ne usavano versioni in pelle di bufalo e lo preferivano alle tradizionali tasche cucite sui vestiti.

Addirittura, osservando cosa ci propone l’arte, un marsupio è presente anche in un dipinto del 1416 ad opera dei fratelli Limbourg dove viene ripreso un nobile nell’atto di nascondere, nel proprio marsupio, quanto furtivamente sottratto durante un banchetto luculliano, in una festa di corte medievale. Ma non è finita qui. Questa borsa dalla particolare forma arriva ben presto fino in Scozia dove verrà utilizzato come accessorio elegante fino a raggiungere l’abbigliamento formale e ufficiale dei clan scozzesi. Questi ultimi, però, prediligevano, considerate le rigide temperature, indossare i marsupi in una versione impreziosita da folta pelliccia.

Del 1991, in Italia nelle vicinanze delle Alpi Venoste, è invece il ritrovamento, ad opera di due turisti austriaci, di una mummia corredata di un marsupio, chiamata poi l’uomo del Similaun, risalente al 3300 a.c.

Per noi abitanti del “Bel Paese” marsupio era e marsupio è ma negli anni tanti altri sono stati i nomi dati alla celebre borsa: in America venne chiamato “Fanny pack” mentre in Inghilterra, invece, era il “bum bag“. Il riferimento comune era il sedere dove, inizialmente veniva posizionata la maxi tasca. E mentre in Italia si faceva riferimento alla natura e al mondo animale, i francesi lo battezzarono con il nome “banana bag”.

I primi utilizzi del marsupio

Come tutti gli accessori, la sua funzione, inizialmente, era puramente pratica ed ignorava qualsiasi minimo accento modaiolo.

Negli anni 80, infatti, veniva utilizzato dalla classe operaia come borsa porta strumenti di lavoro. In un primo momento il marsupio veniva sistemato sotto la schiena ma, dopo ripetuti episodi di furti, si decise di cominciare ad indossarlo sul davanti. Si trattava, dunque, di uno strumento di lavoro, a cui ricorrevano soprattutto coloro che lavoravano in fabbrica. 

La prima persona che ruppe questa consuetudine, decidendo di utilizzare il marsupio come semplice accessorio, fu il celebre Bruce Springsteen. Quel momento rappresenta un grande esordio per il marsupio che dalle fabbriche polverose arrivò ad essere esibito in tutto il mondo, durante gli affollatissimi concerti internazionali della star statunitense. 

Sono gli stessi anni in cui, inoltre, il marsupio viene consacrato come accessorio d’eccezione dei rapper mondiali. Negli Anni 90, invece, a notare la borsa marsupio furono gli atleti che iniziarono a utilizzarlo durante le proprie maratone o, anche più semplicemente, corsette al parco. Tante sono le immagini di ragazzi e ragazze di quegli anni che, durante le loro prestazioni sportive, sfoggiano marsupi sempre più colorati.

Dello stesso periodo storico, infatti, sono anche le fotografie che apparvero su tutti i rotocalchi e che avevano come protagonisti nomi del calibro di Bill Clinton e Lady Diana in compagnia, ovviamente, delle loro borse marsupio. Dopo quegli anni, però, sembrava che fosse tramontato il periodo “marsupiale”. Il silenzio, infatti, calò sul marsupio per circa vent’anni prima del suo inaspettato ritorno ad opera delle più grandi case di moda come Chanel, Saint Laurent, Prada e Balenciaga.

Il marsupio oggi

Oggi il marsupio è tornato alla ribalta, seppure in dimensioni ridotte e portato spesso al petto o, se si è poco longilinei, appoggiato sulla spalla come insegnano le icone della moda Rosie Huntington-Whiteley e ASAP Rocky ma anche le sorelle Hadid e delle Kardashian. Insomma, è ufficiale, il marsupio degli anni ’90 è tornato a splendere sulle passerelle di tutto il mondo.

La celebre borsa venne proposta in vernice rossa, in pelle opaca ma anche in nylon nero con comode e numerose tasche senza tralasciare la classica versione sportiva in colori accesi e sgargianti fino ad arrivare ad una rivisitazione più aggressiva con borchie piatte e catene di metallo.

Insomma, complici nomi di grandi brand come Louis Vuitton e Gucci, diverse tipologie di marsupi hanno iniziato a invadere le passerelle di numerose sfilate, riscuotendo subito un grande successo. Non solo nostalgici ma anche giovanissimi hanno subito sposato gli abbinamenti proposti dalla moda, portando il marsupio a essere uno degli indiscutibili top trend fashion. Che si tratti di un look estremamente casual, elegante o sportivo, il marsupio sembra riuscire sempre a trovare una giusta collocazione, anche e, soprattutto, quando si decide di giocare con i colori o, semplicemente, di spezzare con una nota di luce su un evergreen come il total black. La conferma che le mode sono come i grandi amori, possono fare dei giri immensi ma poi ritornano. Sempre.