21
Luglio
2021

Tutte le tecniche di colorazione dei pellami

 

Quando si acquista una cintura, un portafoglio, una borsa o altro accessorio in pelle è molto importante verificare non solo la presenza del logo made in Italy, ma anche la qualità complessiva della manifattura e la maniera in cui è stato rifinito. A questo riguardo è bene ricordare che nel corso del tempo le tecniche riguardanti la colorazione dei pellami hanno subito profonde trasformazioni. I nuovi metodi vengono eseguiti da esperti artigiani all’interno delle concerie e assicurano durevolezza nel tempo. Ecco quali sono i sistemi più diffusi che vengono eseguiti con tinte di origine naturale o sintetica.

Tintura a spruzzo e in bottale

La pelle può assumere varie colorazioni anche grazie all’uso di un macchinario equipaggiato con pistole rotanti che erogano la tinta sull’accessorio. Si parla in questo caso di tinteggiatura a spruzzo, molto apprezzata dalle aziende specializzate nella produzione di oggetti in pelle perché consente di ottenere risultati impeccabili in poco tempo, riducendo allo stesso tempo il ricorso alla manodopera. Diversa è invece la tecnica a bottale, che prevede l’immersione dell’accessorio in pelle all’interno di recipienti che ruotano e che contengono una soluzione a base di acqua e colore. Il recipiente viene poi riscaldato fino in modo che il liquido all’interno possa raggiungere una temperatura di circa 60°C così che possa distribuirsi in modo omogeneo sul manufatto.

Tintura a tampone su tavolo

Le tecniche di colorazione made in Italy comprendono anche la colorazione a tampone, altrimenti nota come a spazzolo, che trova maggiormente applicazione in caso di pelletteria che viene conciata al tannino oppure all’allume. Per eseguire questo tipo di procedimento è necessario disporre di un tavolo con un piano convesso realizzato in rame. L’accessorio in pelle viene poi adagiato sul piano e colorato attentamente dall’esperto artigiano, grazie all’uso di una spazzola in crine che viene precedentemente immersa nella tintura.

Questa tecnica, a differenza della tintura a spruzzo e in bottale, richiede comunque tempi più lunghi, oltre all’impiego di manodopera altamente specializzata.

Tintura della pelle con l’uso di coloranti naturali

Una valigetta, borsa o tracolla, così come tanti altri oggetti in pelle, oggi vengono spesso colorati con tinte di origine naturale, specialmente derivate dal campeggio. Si tratta di un legno che tende al rosso scuro, assai diffuso nell’America meridionale, ma anche in altri paesi come ad esempio Inghilterra e Spagna.

Le caratteristiche di questo legno sono da ricercare proprio nei suoi principi attivi che, quanto estratti e lasciati riposare per il tempo necessario, formano ematine, ovvero dei cristalli dal caratteristico colore giallo chiaro. Quando questa sostanza viene abbinata con ossidi metallici genera differenti tonalità, che possono essere tendenti al blu scuro, oltre che nere e rosse.

La pelle tuttavia non viene solo tinta con il campeggio, ma anche con altri legni che racchiudono estratti coloranti. Il sandalo, ad esempio, serve per conferire al manufatto un colore rosso intenso, mentre il legno di fustello conferisce una tinta gialla.

Altri colori naturali usati per lavorare la pelletteria

Le tinte naturali non sono solo quelle che derivano dal legno, ma includono anche speciali lacche chiamate tanniche, che vengono maggiormente impiegate per colorare il fondo dell’accessorio in pelle. Questo genere di lacche si ottiene estraendo i tannini che sono presenti nelle piante. Più nello specifico, viene maggiormente impiegata la pianta di somacco, molto versatile perché offre vari sali, come quelli di alluminio, piombo e antimonio che danno rispettivamente una colorazione verde, nocciola e gialla. Questa pianta consente persino di colorare la pelle di viola, giallo bruno e nero, perché contiene anche sali di titanio, rame e ferro.

Tinte artificiali per la colorazione della pelle

Negli ultimi anni hanno preso piede anche i colori artificiali o sintetici per colorare la pelle. Rispetto a quelli naturali offrono grandi vantaggi perché permettono di portare a termine le lavorazioni in tempi molto rapidi. Queste tinte, inoltre, si rivelano particolarmente intense e durevoli nel tempo.

Chiamate aniline, queste colorazioni non naturali possono essere acide o basiche. Nel primo caso sono maggiormente indicati per produrre oggetti in cuoio conciato al cromo. I colori basici, invece, vengono impiegati sulla pelletteria conciata al tannino, ovvero vegetale.

Pelletteria made in italy di qualità

Alla luce di quanto spiegato si comprende bene come la colorazione dei pellami si rivela un’operazione abbastanza complessa e impegnativa, che può essere eseguita solo da artigiani che hanno acquisito una certa competenza. Diversamente i risultati che si ottengono non possono essere resistenti, all’altezza delle aspettative e soprattutto a regola d’arte. Ecco perché in fase di acquisto degli accessori in pelle è importante affidarsi a rivenditori seri, altamente specializzati nella lavorazione della pelle e del cuoio.

Il negozio online Florence Leather Market impiega solo materiali di prima scelta, che vengono conciati, colorati e lavorati in Italia, da destinare alla vendita non solo all’interno dei confini nazionali, ma in tutte le parti del mondo. Scorrendo le vetrine di Florence Leather Market sarà possibile acquistare la cintura, il portafoglio, la valigetta, la tracolla o la borsa sempre desiderati approfittando dei prezzi competitivi e delle numerose promozioni periodiche.

Ogni prodotto è un vero e proprio gioiello di artigianato, creato grazie alle migliori tecniche, in maniera sostenibile e nel pieno rispetto dell’ambiente. La

manifattura di Florence Leather Market si distingue ed è pensata per resistere al cambiamento continuo delle mode. Grazie all’ampio assortimento di accessori in pelle, disponibili in colorazioni e modelli sempre differenti, sarà facile trovare quello che possa fare al proprio caso.

 

14
Luglio
2021

La storia della pelletteria italiana, origini e sviluppo

 

Il Made in Italy è sinonimo di sicurezza e qualità in tutto il mondo e la pelletteria è uno dei settori in cui eccelle maggiormente. Borse, valigie, guanti e accessori in cuoio sono sinonimo di tradizione ed esclusività della nostra industria manifatturiera.

L’Italia è leader non solo nella produzione del pellame, ma anche nella realizzazione di prodotti finali di alto pregio.

Come è nato il settore della pelletteria

Fin dalla preistoria l’uomo ha utilizzato le pelli degli animali cacciati per coprirsi, ma data la natura biologica del mezzo esso tendeva a decomporsi e marcire in breve tempo. Prima con l’essiccazione e in seguito con dei veri e propri processi chimici nati dalla ripetizione e dalla sperimentazione, nacque il processo di concia che si è sviluppato fino ad oggi con l’introduzione di metodi più sicuri e sofisticati.

I primi passi verso lo sviluppo di un processo chimico-fisico che migliorasse la qualità, la durata e la resistenza della pelle avvennero quasi per caso, notando come essiccazione e affumicatura allungavano la durata della pelle subito dopo averla rimossa dall’animale. 

Visto che a seguito di ciò essa rimaneva dura e secca, pensarono di aggiungere dei grassi di origine animale e vegetale per ammorbidirla e renderla modellabile.

La ricerca di metodi sempre più efficaci per combatterne la putrefazione portò a sviluppare il primo metodo vero e proprio di concia al vegetale, che consisteva nell’immergere le pelli in delle grandi vasche piene di acqua, corteccia, foglie, bacche. Le prime fonti scritte riguardo questi metodi di concia risalgono al tredicesimo secolo avanti Cristo e, nonostante ci furono degli sviluppi nelle tecniche utilizzate, artigiani e pellai continuarono ad utilizzare metodi molto simili fino alla fine del diciannovesimo secolo, lavorando in piccole botteghe con un procedimento perlopiù artigianale.

La nascita della concia al cromo, il cui brevetto risale al 1910, fu un importante spartiacque, portando la produzione ad un livello industriale. L’utilizzo del cromo trivalente consente di effettuare lo stesso processo per qualsiasi tipo di pellame, automatizzando di fatto tutti i procedimenti.

Attualmente tutto il trattamento del cuoio viene svolto all’interno di grandi aziende che possono sostenere i costi per la realizzazione dei complessi passaggi che lo compongono, ma mantenendo i prezzi più bassi possibile.

In Italia le concerie si distribuiscono in distretti industriali, tra cui spiccano il Distretto del Cuoio di Santa Croce sull’Arno, il Distretto della pelle in Veneto, il Distretto campano e quello lombardo. L’industria conciaria esporta il 73% della sua produzione all’estero e, qualitativamente parlando, è valutata come la più valida al mondo.

La pelletteria in Italia

Negli anni l’Italia ha sempre mantenuto lo status come miglior produttore di prodotti relativi alla lavorazione della pelle. Che si tratti della materia prima o del prodotto finito, la tradizione conciaria e manifatturiera del nostro paese non ha eguali in questo settore.

Inizialmente si utilizzavano indumenti ed accessori in pelle come unica fonte di protezione contro il freddo, ma nel tempo, data la natura resistente e comoda, il cuoio venne impiegato anche in ambito militare per la realizzazione di armature.

Attorno al dodicesimo secolo la produzione divenne tale da consentire la realizzazione di abbigliamento pregiato, che scatenò una grande richiesta da parte delle classi sociali più alte. Le nuove rotte commerciali portarono alla diffusione del sapere tra diverse culture e la concia divenne via via più efficace e diversificata. Già nel 1200 a Firenze venne istituita la Corporazione di Cuoiai e Galinai, che oltre a riunire tutti gli artigiani che si occupavano della trasformazione della pelle, obbligava a sottostare a dei regimi tali da garantire una qualità produttiva eccelsa.

Da elemento dedicato solo agli strati sociali più elevati, già nel sedicesimo secolo divenne un materiale di uso comune per la realizzazione di accessori. In poco tempo la comodità e la praticità lasciarono poi il posto al lusso e all’eleganza, unendo all’uso comune la ricerca della bellezza estetica.

Il termine pelletteria nacque nel 1835 a seguito della realizzazione del primo portafoglio e da qui l’industria iniziò la sua espansione vera e propria. Firenze, il più grande distretto italiano, così come tutta la zona attraversata dall’Arno, ebbe la possibilità di svilupparsi sino ai livelli attuali proprio grazie alla presenza delle acque fluviali. Infine nel ventesimo secolo si arrivò a ciò che è ora il settore manifatturiero del cuoio, con lo sviluppo delle ultime tecnologie e la creazione dei vari distretti che caratterizzano la produzione industriale italiana.

La presenza di questi grandi centri produttivi, unita alla sapienza di artigiani e stilisti, ha fatto della pelletteria uno dei settori più apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. I suoi millenni di storia e sviluppo hanno portato il trattamento degli scarti derivanti dall’allevamento a diventare una vera e propria forma d’arte che da lavoro a 1200 aziende e rappresenta circa il 22% della produzione conciaria mondiale.

Gli artigiani che ogni giorno lavorano la pelle, per realizzare dei prodotti finali dalla qualità altissima, sono tra i principali responsabili del grande successo che la manifattura italiana ha in tutto il mondo. Le sapienti lavorazioni e la grande cura per i dettagli impiegata dai nostri professionisti è motivo di vanto e segno di riconoscimento nei confronti una tradizione sempre alla ricerca dell’eccellenza.

7
Luglio
2021

The history of Italian leather goods, origins and development

 

Made in Italy is synonymous with safety and quality all over the world and leather goods is one of the sectors where it excels most. Leather bags, suitcases, gloves and accessories are synonymous with tradition and exclusivity of our manufacturing industry.

Italy is leader not only in the production of leather, but also in the production of final products of high value.

How the leather goods sector was born

Since prehistoric times man has used the skins of animals hunted to cover, but given the biological nature of the medium it tended to decompose and rot in a short time. First with the drying and then with real chemical processes born from the repetition and experimentation, the tanning process was born that has developed until today with the introduction of safer and more sophisticated methods.

The first steps towards the development of a chemical-physical process that improved the quality, durability and resistance of the skin happened almost by chance, noting how drying and smoking lengthened the life of the skin immediately after removing it from the animal. 

As a result of this it remained hard and dry, they thought to add animal and vegetable fats to soften it and make it moldable.

The search for more and more effective methods to combat its putrefaction led to the development of the first real method of vegetable tanning, which consisted in immersing the leather in large tanks full of water, bark, leaves, berries. The earliest written sources of these tanning methods date back to the thirteenth century BC and, although there were developments in the techniques used, artisans and skins continued to use very similar methods until the late nineteenth century, working in small workshops with a mostly artisanal process

The birth of chrome tanning, whose patent dates back to 1910, was an important watershed, bringing production to an industrial level. The use of trivalent chromium allows the same process to be carried out for any type of leather, effectively automating all processes.

Currently all the treatment of the leather is carried out inside of great companies that can bear the costs for the realization of the complex passages that compose it, but keeping the prices as low as possible.

In Italy the tanneries are distributed in industrial districts, between which stand out the District of the Leather of Santa Croce sull’Arno, the District of the skin in Veneto, the Campania District and Lombardy. The tanning industry exports 73% of its production abroad and, qualitatively speaking, is valued as the most valid in the world.

Leather goods in Italy

Over the years, Italy has always maintained its status as the best producer of leather products. Whether it is the raw material or the finished product, the tanning and manufacturing tradition of our country has no equal in this sector.

Initially, leather garments and accessories were used as the only source of protection against the cold, but over time, given the durable and comfortable nature, leather was also used in the military for the construction of armor.

Around the twelfth century the production became such as to allow the realization of fine clothing, which sparked a great demand from the highest social classes. The new trade routes led to the spread of knowledge between different cultures and the tanning gradually became more effective and diversified. In 1200 in Florence was established the Guild of Cuoiai and Galinai, which in addition to bringing together all the artisans involved in the processing of leather, forced them to submit to regimes such as to ensure an excellent production quality.

From an element dedicated only to the highest social strata, already in the sixteenth century it became a material of common use for the realization of accessories. In a short time comfort and practicality then gave way to luxury and elegance, combining common use with the search for aesthetic beauty.

The term leather goods was born in 1835 following the realization of the first portfolio and from here the industry began its real expansion. Florence, the largest Italian district, as well as the entire area crossed by the Arno, had the opportunity to develop up to the current levels thanks to the presence of river waters. Finally, in the twentieth century, what is now the leather manufacturing sector was reached, with the development of the latest technologies and the creation of the various districts that characterize Italian industrial production.

The presence of these large production centres, combined with the expertise of craftsmen and designers, has made leather goods one of the most appreciated and recognized sectors in the world. Its millennia of history and development have led to the treatment of waste arising from farming to become a true art form that gives work to 1200 companies and represents about 22% of the world’s tanning production.

The artisans who work every day with the leather, to realize the final products from the highest quality, are among the main responsible for the great success that the Italian manufacture has all over the world. The skilful workmanship and the great attention to detail employed by our professionals is a source of pride and recognition of a tradition always in search of excellence.

7
Luglio
2021

How exactly does the skin tanning process develop?

 

The tanning industry is one of the most appreciated Made in Italy excellences all over the world. Tanning is the processing that exploits the skin, usually of animals raised for food such as cattle, sheep, pigs, making it softer, pleasant to the touch and resistant. At present, tanning is a process carried out by medium and large companies, which can ensure a final product of quality at an affordable cost, thanks also to technological developments that have automated part of the processing.

The entire process is necessary not only for aesthetic purposes, but also to ensure that the skin, given its organic nature, does not undergo decomposition and can maintain its characteristics for a long time.

How the tanning of the leather takes place

Not all processes take place in the same way and the production line to be used is chosen based on what is the desired end product. In general, the entire tanning is divisible into three large phases, each of which is composed of various intermediate processes.

The three main phases are: Riviera processing, Tanning, Finishing.

Separating the skin of the animal, it is kept avoiding rotting and then sent to the tannery where the Rinverdimento takes place: with this method is replenished the natural moisture of the skin, lost during the storage and shipping period.

Calcinaio (name derived from the use of lime hydroxide) is the process that prepares the leather for the absorption of tanning agents and the Depilation provides for the removal of hair, both occur chemically and are followed (in the case of very thick skins) form the rift, which divides the skin into multiple layers through a mechanical action. 

The Scarnitura then takes care of removing the residues of excess fat and the subcutaneous tissues left after the skin of the animal, this process ends the Riviera Processing.

The Descaling removes the lime that has remained attached to the fibers of the skin and, thanks to the acids used in the process, lowers the pH, thus counteracting the increase deriving from the lime hydroxide. Maceration completes the work, relaxing the fibers so as to prepare them for the absorption of tanning substances. Piclaggio uses acids that further reduce pH to 4 and block decomposition.

Finally, the actual tanning can be done using trivalent chromium or vegetable substances (a sector in which the Tuscan Tanning Pole is among the most appreciated) and aims to make the leather more resistant, flexible, waterproof and breathable.

The leather is then pressed to remove excess water and is reconnected again to give the desired degree of softness, often to it are added dyes to dye the leather. The way in which tanning and retanning take place are among the main factors that determine the final quality. Thanks to the addition of oils and fats, we then proceed to Fattening, which serves to preserve the softness of the leather for a long time and makes it more hydrophobic and resistant.

Given the high water content, the leather must then be dried and, a revolt removed excess moisture, it will appear dry and rigid. To avoid this it is passed inside rollers by the wavy surface that “massage” and stretch the fibers, softening them: this process, called Palissonatura, is particularly suitable for leather that will be used for accessories, gloves, belts, whose processing also requires a certain degree of flexibility.Finally, the skin is ground with abrasive rollers to remove any residue from the inside and get effects like Nabuk. This step also allows you to remove some imperfections, filling the flower and then deburring the surface.

The last steps are those of the Finishing, which consists of a painting that can take place by spraying with airbrushes, by spreading a layer of paint or dabbing the skin, often by hand, with a sponge soaked in paint. Different types of finishing result in different aesthetic results. Finally, a step under the rollers can create special effects such as leopard print or python, applying an adhesive paper to the leather surface.

Finally, trimming (cutting) and surface and thickness measurement complete the entire tanning process.

A valuable result

This series of complicated chemical reactions and mechanical processes is able to give nobility to products that, in fact, are often nothing more than slaughtering waste. The methods used today are the result of centuries of technological development that has meant an incredible increase in the quality of the final product, which allows the creation of pieces of craftsmanship of spectacular quality. Leather manufacturing is a historical sector of Made in Italy and a source of pride all over the world, cities like Florence are its undisputed homeland. Although long and complicated, sometimes bloody, leather tanning has now reached very high production levels and allows you to use those that would otherwise be wasted resources, giving raw leather a future made luxury and exclusivity.

7
Luglio
2021

Come si sviluppa esattamente il procedimento di concia della pelle?

 

 

L’industria conciaria è una delle eccellenze made in Italy più apprezzate in tutto il mondo. La concia è la lavorazione che sfrutta la pelle, solitamente di animali allevati a scopo alimentare quali bovini, ovini, suini, rendendola più morbida, gradevole al tatto e resistente. Attualmente la concia è un processo svolto da aziende di medie e grandi dimensioni, che possono assicurare un prodotto finale di qualità ad un costo accessibile, grazie anche agli sviluppi tecnologici che hanno automatizzato parte della lavorazione.

L’intero procedimento è necessario non solo per fini estetici, ma anche per assicurare che la pelle, data la sua natura organica, non vada incontro a decomposizione e possa mantenere a lungo le proprie caratteristiche.

Come avviene la concia della pelle

Non tutti i processi avvengono allo stesso modo e la linea produttiva da impiegare viene scelta basandosi su quello che è il prodotto finale desiderato. In generale l’intera concia è divisibile in tre grandi fasi, ognuna delle quali è composta da vari processi intermedi.

Le tre fasi principali sono: Lavorazioni di riviera, Concia, Rifinizione.

Separata la pelle dell’animale, essa viene conservata evitando che marcisca ed in seguito spedita alla conceria dove avviene il Rinverdimento: con questo metodo viene reintegrata la naturale umidità della pelle, persa durante il periodo di stoccaggio e spedizione.

Il Calcinaio (nome che deriva dall’utilizzo di idrossido di calce) è il processo che prepara la pelle all’assorbimento degli agenti concianti e la Depilazione ne prevede la rimozione dei peli, entrambi avvengono per via chimica e sono seguiti (nel caso di pelli molto spesse) dalla Spaccatura, che divide la pelle in più strati tramite un’azione meccanica. La Scarnitura si occupa in seguito di rimuovere i residui di grasso in eccesso ed i tessuti sottocutanei rimasti a seguito della scuoiatura dell’animale, questo processo termina le Lavorazioni di riviera.

La Decalcinazione elimina la calce rimasta attaccata alle fibre della pelle e, grazie agli acidi usati nel processo, ne abbassa il pH contrastando l’aumento derivante dall’idrossido di calce. La Macerazione ne completa il lavoro, rilassando le fibre così da prepararle all’assorbimento delle sostanze concianti. Il Piclaggio utilizza acidi che riducono ulteriormente il pH a 4 e bloccano la decomposizione.

Infine la Concia vera e propria può avvenire utilizzando cromo trivalente o sostanze vegetali (settore in cui il Polo Conciario Toscano è tra i più apprezzati) ed ha lo scopo di rendere il cuoio più resistente, flessibile, impermeabile e traspirante.

La pelle viene poi pressata per rimuovere l’acqua in eccesso e viene riconciata nuovamente per conferire il grado di morbidezza desiderato, spesso ad essa si aggiungono dei coloranti per tingere il pellame. Le modalità con cui avvengono concia e riconcia sono tra i principali fattori che ne determinano la qualità finale. Grazie all’aggiunta di oli e grassi si procede poi all’Ingrasso, che serve a conservare a lungo la morbidezza del cuoio e lo rende più idrofobico e resistente.

Dato l’alto contenuto di acqua, il pellame deve essere poi asciugato e, una rivolta rimossa l’umidità in eccesso, esso apparirà secco e rigido. Per ovviare a ciò viene fatto passare all’interno di rulli dalla superficie ondulata che “massaggiano” e distendono le fibre, ammorbidendole: questo processo, detto Palissonatura, è particolarmente indicato per quei pellami che verranno utilizzati per accessori, guanti, cinture, la cui lavorazione richiede anche un certo grado di flessibilità. Infine la pelle viene smerigliata con dei rulli abrasivi per rimuovere eventuali residui dal lato interno ed ottenere effetti come il Nabuk. Questo passaggio consente anche di rimuovere alcune imperfezioni, stuccandone il fiore e poi smerigliandole la superficie.

Gli ultimi passi sono quelli della Rifinizione, che si compone di una verniciatura che può avvenire a spruzzo con aerografi, a velo stendendo uno strato di vernice o tamponando la pelle, spesso a mano, con una spugna imbevuta di vernice. Diversi tipi di rifinizione determinano risultati differenti dal lato estetico. Infine un passaggio sotto dei rulli può creare effetti particolari come stampe leopardate o pitonate, applicando una carta adesiva alla superficie del pellame.

Infine Rifilatura (taglio) e la misurazione di superficie e spessore completano l’intero processo di concia.

Un risultato di pregio

Questa serie di complicate reazioni chimiche e processi meccanici riesce a dare nobiltà anche a prodotti che, di fatto, spesso non sono altro che scarti di macellazione. I metodi ad oggi utilizzati sono frutto di secoli di sviluppo tecnologico che ha significato un aumento incredibile nella qualità del prodotto finale, il quale consente la realizzazione di pezzi di artigianato dalla qualità spettacolare. La manifattura della pelle è un settore storico del Made in Italy e motivo di vanto in tutto il mondo, città come Firenze ne sono la patria indiscussa. Seppur lunga e complicata, a tratti cruenta, la concia del cuoio ha ormai raggiunto livelli produttivi altissimi e consente di dare un utilizzo a quelle che sarebbero altrimenti risorse sprecate, dando alla pelle grezza un futuro fatto lusso ed esclusività.